Van der Weyden by Maurizia Tazartes

Van der Weyden by Maurizia Tazartes

autore:Maurizia Tazartes [Tazartes, Maurizia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2014-05-21T22:00:00+00:00


«ORGOGLIO DEI PITTORI»

Nel 1450 Rogier compie un pellegrinaggio a Roma in occasione dell’Anno santo, facendo sosta in diverse città italiane, dove era noto come il più grande pittore fiammingo vivente. Un viaggio veloce, ma che gli permetteva di ammirare le opere italiane di Filippo Lippi, Beato Angelico, Gentile da Fabriano. La sua pittura, nitida e luminosa, di velature a olio, intensa ed espressiva, a volte drammatica, la vicinanza al vero degli oggetti affascinavano principi, intellettuali, artisti. Ciriaco d’Ancona, per esempio, vedendo a Ferrara, negli appartamenti di Leonello d’Este, la Deposizione dalla croce, commissionata a Rogier dal duca estense, definisce il pittore «pictorum decus» (orgoglio dei pittori). Bartolomeo Facio, segretario genovese di re Alfonso di Napoli, nel De viris illustribus del 1456, parla di Rogier con ammirazione, raccontando lo stupore dell’artista di fronte agli affreschi di Gentile da Fabriano in San Giovanni in Laterano a Roma.

Rogier, durante il viaggio, riceve lodi e ordinazioni di opere. Schizza su taccuini i disegni dei dipinti, che realizzerà a Bruxelles, come i due destinati ai Medici, il Compianto di Cristo degli Uffizi e la Madonna e santi dello Städelsches Kunstinstitut di Francoforte. Il Compianto, descritto nell’inventario mediceo del 1492 mentre si trovava sull’altare della cappella della villa di Careggi, è ricordato nelle due edizioni delle Vite di Vasari, del 1550 e 1568, come opera di «Ausse, creato di Ruggieri» (Hans Memling). Giunto agli Uffizi nel 1666 e riconosciuto di Rogier nel 1823, fu eseguito nelle Fiandre, come rivela il tipico legno di quercia del supporto, e di lì inviato a Firenze.

Si tratta di una tavola suggestiva, che riprende lo schema della parte centrale di una predella con il medesimo soggetto del Beato Angelico (Compianto di Cristo davanti al sepolcro, Monaco, Alte Pinakothek), appartenente alla pala per la chiesa di San Marco a Firenze commissionata al pittore fiorentino da Cosimo il Vecchio nel 1438-1440. Nel dipinto di Rogier, come in quello dell’Angelico, il compianto avviene non ai piedi della croce, ma davanti ad un sepolcro aperto, secondo uno schema tipicamente italiano. Il sepolcro è rappresentato come un’apertura rettangolare scavata nella roccia, di fronte a cui il corpo di Cristo si pone nella posizione verticale che aveva sulla croce, sorretto da Giuseppe d’Arimatea, le braccia tenute aperte dalla Madonna e da san Giovanni. Rogier ha quindi ricordato, insieme al compianto, la crocifissione di Cristo. Il motivo è avvalorato dalla lastra del sepolcro appoggiata per terra, su cui Gesù appoggia i piedi, chiara allusione all’altare su cui si celebra il sacrificio di Cristo attraverso l’eucarestia. Un omaggio dell’artista all’opera del collega ammirata a Firenze o una precisa richiesta della committenza? La versione nordica di Rogier è comunque più complessa, con quell’ampio sfondo di Gerusalemme e la strada che avanza verso il sepolcro con le due pie donne. Il taglio è eccentrico, con la pietra tombale in diagonale e Cristo inclinato, sostenuto da Maria, Giovanni, Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo che, più che il ritratto del committente, pare l’autoritratto di Rogier, invecchiato rispetto al san Luca dell’omonima Madonna. Inginocchiata di fronte al gruppo, la Maddalena aumenta e completa la dimensione spaziale dell’insieme.



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